Novant’anni fa, il 26 dicembre 1933, Edwin Armstrong ricevette il brevetto numero 1.941.067, “Trasmissione e ricezione radiofonica (Modulazione di Frequenza)”.
Festeggiamo così i 90 anni di radio FM in Italia, una tecnologia che – nonostante la sua “anzianità di servizio”- rappresenta ancora l’asset strategico del mercato radiofonico. ed è sempre ben presente come modalità di ascolto per gli utenti italiani.
Verified Market Research, una delle principali società globali di ricerca e consulenza (nel suo studio “Dimensioni e previsioni del mercato della radio FM”) afferma che la radio in Modulazione di Frequenza nel 2019 era valutata, a livello globale, 267,71 miliardi di dollari, e che tale valore crescerà sino a toccare i 458,09 miliardi di dollari nel 2027.
In questo contesto, l’avv. Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo (la federazione che rappresenta, tra l’altro, circa 450 imprese radiofoniche locali in FM), ha dichiarato: “L’ascolto radiofonico in Italia è tuttora basato prevalentemente su tale tecnologia di diffusione e, pertanto, riteniamo che le trasmissioni digital (DAB+ e IP), pur rappresentando un importantissimo elemento di sviluppo tecnologico in continua evoluzione e dal quale non si può prescindere, debbano avvenire senza alcuna finalità sostitutiva delle trasmissioni in Modulazione di Frequenza”.
“In questo modo, infatti – ha concluso Rossignoli – le nuove tecnologie digitali potranno affiancare le trasmissioni FM incentivando ulteriormente, con nuove proposte, l’ascolto radiofonico”.