Sto testando un Chromebook per vedere cosa si può fare

Per il compleanno del mio amico Gupho (10 Giugno), gli ho regalato un Chromebook, esattamente il modello Lenovo Ideapad 3 CB 14IGL05, acquistato da Amazon Warehouse ricondizionato a € 141,25. Prima di darglielo, ci ho smanettato su per qualche giorno per assicurarmi che non gli stessi regalando una ciofeca e devo dire che, quando è stato il momento di dargli il suo regalo di compleanno, un pochino mi dispiaceva.

Estetica:

Processore: Intel Celeron N4020 (2C / 2T, 1.1 / 2.8GHz, 4MB)

Collegamenti:

Così, arrivato il mio compleanno (7 Agosto), me ne sono regalato un altro identico – sempre da Amazon Warehouse – questa volta al prezzo di € 158,79. Sempre di seconda mano ho preso una docking station 12-in-1 a € 20,29 e, nel nuovo, una micro SD Sandisk Ultra da 512 Gb a € 47,99.

Nelle prossime righe, farò una recensione oggettiva-soggettiva del Chromebook Lenovo Ideapad 3 CB 14IGL05 e, più in generale, del sistema operativo ChromeOS, che è la base della macchina.

Memoria fissa di soli 64 Gb

In generale, i Chromebook sono dei computer pensati per lavorare attraverso il browser Chrome di Google, che è talmente integrato nella macchina da diventarne esso stesso il sistema operativo, col nome di ChromeOS.

Quindi, tutti i compiti che si possono svolgere attraverso internet, si possono fare anche qui, in maniera fluida e senza rallentamenti. Per esempio: navigazione su internet, gestione posta elettronica (con Gmail), streaming multimedia (Netflix, Prime Video, Spotify, Youtube, per fare alcuni esempi), semplici lavori di ufficio come scrivere testi e/o semplicissime modifiche alle foto.

Il concetto è che il computer dovrebbe diventare solo un terminale, demandando ai server di Google la computazione (ed ecco perchè tutti i Chromebook hanno specifiche tecniche che sarebbero ridicole su una macchina Windows) e il salvataggio dei propri documenti, foto, video ecc.

L’idea di per sè sarebbe anche buona, se non fosse che lo spazio sui server di Google è a pagamento, così come gli abbonamenti a servizi online che permettono di svolgere qualche compito appena appena più complesso, come l’editing audio o video.

Quindi, abbiamo un computer molto economico, non paghiamo la tanta sbandierata licenza di Windows (perchè qui Windows non c’è) però poi dobbiamo pagare Google per tenere i nostri dati nei suoi Cloud. Un vero affare!

Per fortuna questo modello di Chromebook ha la fessura per ampliare la memoria con SD, queste schedine grandi quanto un’unghietta, che però permettono di sopperire al “disco rigido” del Chromebook che è di soli 64 Gb. Oltretutto, non è un vero e proprio disco fisso, ma una memoria eMMC, in pratica una piccola micro SD saldata direttamente sulla scheda madre che rappresenta, secondo gli esperti, un vero e proprio “collo di bottiglia” per il trasferimento dei dati, a causa delle sue basse velocità.

Per mantenere il sistema reattivo ci sono 8 Gb di RAM, perchè si sa che la RAM non è mai abbastanza e 8 Gb ormai sono il “minimo sindacale” per qualsiasi attività.

La tastiera, con layout italiano, è un po’ plasticosa, i click sono davvero brutti da sentire. Al layout della tastiera ci si deve un po’ abituare, prima di riuscire a scrivere spediti senza guardare la tastiera e senza commettere errori. Sto scrivendo questo articolo proprio usando il Chromebook.

Come è abitudine dei Chromebook, manca il tasto per le lettere MAIUSCOLE fisse (CAPS LOCK), sì c’è una spiegazione data dagli ingegneri di Google, ma è così tirata per i capelli che non ve la riporto neanche, per non insultare la vostra intelligenza.

Schermo